
“Sold out! In un solo giorno abbiamo raggiunto il numero massimo di persone che siamo in grado di accogliere nei nostri spazi e quindi abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni al prossimo corso per diventare volontarie e volontari del Naga. Ci dispiace moltissimo per tutte le persone che non sono riuscite ad iscriversi, ma siamo anche molto felici di questa grandissima partecipazione! Grazie!”. La notizia apparsa giovedì 25 gennaio sul sito dell’associazione milanese dimostra che, anche in questi tempi tristi, esiste un desiderio diffuso di cambiare lo stato delle cose, di partecipazione, di antirazzismo.
I quattrocento volontari del Naga svolgono da anni attività sanitarie, sociali e legali gratuite rivolte cittadini migranti e non, a rom e sinti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura, oltre a portare avanti attività di formazione, documentazione e pressione sulle Istituzioni. Ma si occupano anche delle attività di comunicazione e di raccolta fondi, di amministrazione e di contabilità, di logistica e di formazione.
Nel sito del Naga, tra l’altro, si legge: “Noi crediamo che… la libera circolazione sia un diritto irrinunciabile delle persone e consideriamo l’immigrazione un fenomeno strutturale e immanente della Storia umana… Che i diritti debbano essere riconosciuti ai cittadini stranieri a parità di condizioni con i cittadini italiani… Che sia indispensabile agire in modo indipendente dai partiti politici, dalle istituzioni, dalle organizzazioni sindacali e religiose e dai soggetti finanziatori, senza precludere la partecipazione a reti, iniziative, movimenti e campagne…”.
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