di Saverio Tommasi*
Al liceo Parini, a Milano, un professore ha insultato le persone gay e i ragazzi si sono ribellati, firmando un documento e andando in presidenza.
Nei miei momenti di pessimismo voglio ricordarmi questa storia, perché non esistono solo i ragazzi che chiamano i compagni “frocio” come se “frocio” fosse sinonimo di “scemo”, o come se l’essere gay fosse una condizione di cui vergognarsi. Esistono anche i ragazzi che sanno che in ogni classe di ogni scuola di questo Paese, e di ogni Paese nel mondo, una o due persone sono gay o lesbiche.
Voglio ricordarmi di questi ragazzi perché questi ragazzi sono stati coraggiosi, non hanno pensato “poi il professore mi prenderà in antipatia”, hanno solo pensato “faccio la cosa giusta”.
Questi ragazzi hanno deciso di difendere i loro compagni, anche se magari non sanno ancora chi sono questi loro compagni, ma sanno che esistono e sono come loro, e che difendere gli altri significa anche difendere se stessi.
Grazie ragazzi, che il futuro abbia il colore del vostro coraggio.